Quanta CO₂ risparmiamo con l’eliminazione della plastica monouso è una domanda che oggi può finalmente avere una risposta basata su dati, ricerca e certificazioni verificabili. La certificazione Plastic Free Management System non racconta solo l’impegno contro la plastica monouso: ne misura l’impatto climatico in termini di emissioni evitate lungo il ciclo di vita dei prodotti.
Insieme all’Università dell’Aquila e a un ampio bacino di partner tecnico-scientifici, stiamo finalizzando un nuovo standard di certificazione e verifica delle tonnellate di CO₂ equivalente (CO₂eq) risparmiate grazie ai percorsi di certificazione Plastic Free Management System. Questo standard permetterà di generare e immettere sul mercato i primi Plastic Carbon Credit direttamente collegati alla riduzione delle plastiche monouso nei sistemi di gestione.
In pratica, la riduzione della plastica non resta più soltanto una “buona pratica”: diventa un valore certificato, tracciabile e riconoscibile anche nei mercati dei crediti di carbonio e nei report di sostenibilità delle organizzazioni.

La base scientifica: dal carbon footprint alla matrice di emissione è il cuore del lavoro che, negli ultimi anni, abbiamo portato avanti insieme al Dipartimento di Ingegneria Industriale e di Economia dell’Università degli Studi dell’Aquila. Il gruppo di ricerca coordinato dal dott. Davide Di Battista ha analizzato in profondità la metodologia di Plastic Free Certification per quantificare le emissioni di CO₂eq evitate grazie alle azioni di riduzione, eliminazione o sostituzione degli oggetti in plastica monouso.
Le politiche di riduzione della plastica monouso di origine fossile hanno un doppio effetto positivo:
Per arrivare a numeri solidi e difendibili, il team ha lavorato sul concetto di carbon footprint applicato alla plastica monouso, trasformandolo in strumenti operativi utili a imprese, enti e organizzazioni che scelgono percorsi Plastic Free.
Come viene calcolato il risparmio di CO₂ è il passaggio che rende concreta la connessione tra le scelte quotidiane e il loro impatto sul clima. La procedura sviluppata si basa su un’ampia analisi della letteratura scientifica, che ha permesso di stimare le emissioni di CO₂ equivalente lungo l’intero ciclo di vita – dall’estrazione delle materie prime al fine vita – di specifici prodotti o categorie di prodotto in plastica.
Da questo lavoro nasce una matrice riassuntiva in cui, per ogni categoria e materiale, è indicato un valore di kgCO₂eq per kg di plastica. Lo stesso approccio è stato applicato alle principali alternative più sostenibili, in modo da valutare il risparmio di emissioni al netto delle sostituzioni.
Ad oggi, insieme all’Università dell’Aquila, stiamo aggiornando e affinando la matrice dei fattori di emissione per renderla ancora più precisa, trasparente e allineata ai più recenti studi sull’impatto dei materiali. L’obiettivo è offrire a chi si certifica uno strumento robusto, facilmente comunicabile e integrabile nei propri percorsi ESG.
Cosa significa per gli enti certificati Plastic Free è la domanda che trasforma i numeri in decisioni strategiche. Per chi ha già intrapreso un percorso di certificazione Plastic Free Management System è già oggi possibile calcolare l’impatto reale delle azioni di riduzione della plastica monouso, esprimendolo in tonnellate di CO₂eq evitate.
Dal 2026 questo processo diventerà ancora più strutturato grazie a:
I crediti di carbonio generati potranno essere:
In questo modo gli sforzi di riduzione della plastica monouso diventano ancora più misurabili, riconosciuti e capaci di generare valore reale, economico e reputazionale. Si crea così un circolo virtuoso in cui la transizione Plastic Free non è solo una scelta etica, ma una leva concreta di competitività e innovazione per chi decide di guidare il cambiamento.


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